Caso clinico di lesione vescicale da corpo estraneo nel retto
Soggetto maschio di 72 anni, si reca al pronto soccorso per ematuria e proctorragia. Dalla anamnesi si evince subito che si è trattato di un trauma da ritenzione di corpo estraneo a scopo erotico. La procedura viene però riferita dal paziente, è stata caratterizzata da un evento inaspettato, infatti il paziente perdendo l’equilibrio e precipitato dal letto su cui stava battendo violentemente il bacino al suolo, spingendo violentemente il corpo estraneo internamente all’ampolla rettale. Si esegue pertanto una radiografia che mostra la ritenzione del corpo estraneo in ampolla rettale. La presenza di ematuria suggerisce che ci sia anche una lesione a carico delle vie urinarie. Il paziente viene pertanto sottoposto agli esami preliminari per essere portato con urgenza in sala operatoria. Per l’intervento vengono coinvolti il chirurgo generale e l’urologo. Si decide di eseguire una incisione xifopubica per ottenere una laparotomia tale da esporre bene il campo operatorio. Si osserva subito versamento ematico del cavo peritoneale e si individua a carico del retto sigmoideo una perforazione. Internamente alla cavità intestinale si evidenzia chiaramente l’oggetto che risulta dotato di movimento ed ancora funzionante. Il chirurgo decide di resecare il tratto interessato dalla lesione e di eseguire una colonstomia temporanea per evitare una infezione locale. Ovviamente si procede ad estrarre e a disattivare il corpo estraneo, che risulta essere un dispositivo elettronico a batteria. L’urologo intanto ha evidenziato una lacerazione a carico della parete posteriore della vescica che ha recentato con l’elettrobisturi ed ha suturato mediante punti staccati. Si posizionano due drenaggi, uno peritoneale adiacente alla stomia ed uno retroperitoneale. Ovviamente si posiziona un catetere vescicale con indicazione a mantenerlo per almeno 7 giorni. Il giorno successivo il paziente risulta in condizioni generali buone, tanto da pretendere che li venga restituito il corpo estraneo estratto in corso di intervento. Dopo una settimana viene rimosso il catetere vescicale e dopo un mese il paziente viene sottoposto ad intervento di ricanalizzazione intestinale.
Discussione del caso clinico
Uno studio canadese condotto per un periodo di 50 anni, ha riportato 408 decessi per atti di erotismo estremo. Il decesso è avvenuto in molti casi per asfissia, folgorazione, ustioni, emorragia interna . Può sembrare assurdo, ma in molti casi si recano al pronto soccorso soggetti che in corso di giochi erotici estremi perdono la calma e si trovano in situazioni a dir poco pericolose ( vedi caso clinico di parafimosi in soggetto parafilico ). L’introduzione di corpi estranei all’interno del retto nell’uomo sembra stimolare la ricca rete nervosa prostatica e riesca a dare sensazioni propriocettive anche piuttosto violente. Si osservano pertanto numerosi casi di inserimento di corpi estranei, alcuni anche scelti senza un vero e proprio criterio anatomico. Sono molto comuni i contenitori o le lampadine. Qualcuno più premuroso ricorre ai dildo, come nel caso del paziente descritto sopra. La lesione del retto è avvenuta per trazione violenta della mucosa rettale, e l’impatto è stato tale da lacerare anche la parete vescicale. In questi casi si possono eseguire diverse procedure. La vescica va riparata mediante raffia a punti staccati ed è fondamentale mantenere un catetere vescicale per evitare aumenti di pressione endovescicale. Il retto, essendo un organo sporco potrebbe essere riparato mediante sutura della breccia o anastomosi diretta previa resezione del tratto lesionato, ma questo aumenta il rischio di infezione e deiscenza della sutura, pertanto si decide il più delle volte di eseguire una derivazione intestinale provvisoria ed una ricanalizzazione successiva. Il vero problema è legato al fatto che queste lesioni possono provocare cospicue perdite ematiche, specialmente se si tiene conto del fatto che per ovvie ragioni il paziente può decidere di ritardare fino alla fine l’aiuto di persone estranee. Nei casi più semplici si può procedere alla rimozione del corpo estraneo per via non chirurgica e cioè quando il corpo è smusso, palpabile in ampolla rettale, di consistenza tale da poter essere sfilato senza il rischio di rompersi e generare frammenti taglienti, ovviamente, non devono esserci sospetti di lesioni intestinali.