Caso clinico di eiaculazione precoce
Paziente di 32 anni in buone condizioni generali di salute, si rivolge al medico curante per un problema di eiaculazione precoce che lo affligge da sempre. Il medico di base suggerisce al paziente di masturbarsi prima del presunto rapporto in modo da ridurre il livello di eccitazione ed aumentare i tempi di durata del rapporto. Il paziente esegue quanto suggerito dal medico di famiglia, e dopo un mese ritorna per riferire che la procedura li causa un peggioramento della situazione, poiché li induce anche una difficoltà nel mantenere l’erezione al successivo rapporto. Il medico di base suggerisce quindi di assumere un farmaco a base di dapoxetina da assumere al bisogno. Il paziente esegue la terapia senza osservare un miglioramento e decide di contattare un andrologo. Dalla visita si evince che il paziente ha un frenulo corto ed una modesta fimosi. Inoltre al fine di escludere una possibile infezione delle vie seminali, l’andrologo prescrive una spermiocoltura. Al controllo il paziente esibisce l’esito dell’esame colturale che risulta negativo pertanto l’andrologo programma con il paziente una frenuloplastica ed una circoncisione. Il paziente a distanza di due mesi dall’intervento ricontatta l’andrologo e riferisce che in seguito alla ridotta sensibilità del glande i tempi sono migliorati, anche se non in maniera soddisfacente. L’urologo decide a questo punto di indagare nella storia sessuale del paziente e scopre che è cresciuto in una famiglia molto religiosa, nella quale era ritenuto estremamente improprio ed imbarazzante affrontare tematiche legate al sesso. Nella fase adolescenziale il ragazzo imparò a masturbarsi in maniera estremamente fugace e furtiva, imponendo per così dire dei tempi di eiaculazione, quanto più rapidi possibile, al fine di non destare sospetti in famiglia. Quando poi raggiunse l’età di 21 anni ebbe il suo primo contatto con una ragazza, che aveva una esperienza sessuale decisamente adeguata per la sua età e sicuramente più disinvolta del paziente in questione. Questo portò il ragazzo ad aumentare ulteriormente il suo senso di inibizione che manifestava con un atto sessuale quanto più rapido possibile. Al momento della visita il ragazzo frequenta una ragazza, sua coetanea, che vive la sessualità in maniera discreta e più compatibile con quelle che sono le esigenze del paziente. L’urologo consiglia pertanto di poter parlare anche in presenza della compagna del paziente, che in tutta questa faccenda era tenuta all’oscuro. Fissata una data il ragazzo si presenta a visita con la sua compagna e l’urologo dopo aver introdotto l’argomento, suggerisce di puntualizzare il rapporto sui preliminari, e nella ricerca dei punti erogeni, trascurando l’aspetto della penetrazione che invece veniva vissuto come una vera e propria prova d’esame. Dopo 15 giorni la coppia ritorna a visita ed effettivamente riferisce all’andrologo che la complicità ed i tempi sono decisamente migliorati.
Discussione del caso clinico
L’eiaculazione precoce è un fenomeno che nella stragrande maggioranza dei casi ha una base psicogena, e questo lo dimostra la principale terapia a tale problema, che si basa sull’utilizzo dei farmaci che potenziano le concentrazioni di serotonina. La serotonina è un neurotrasmettitore coinvolto nel meccanismo della eiaculazione, aumentandone i suoi livelli al livello sinaptico neuronale, si aumentano i tempi di raggiungimento dell’orgasmo. Tuttavia ci sono condizioni che predispongono a tale fenomeno come la fimosi, il frenulo corto, le infezioni delle vie seminali. E’ compito dell’urologo escludere queste situazioni al fine di eliminare le cause per così dire organiche della eiaculazione precoce. Risulta fondamentale il colloquio con il paziente, ad ancor più importante con la coppia. Spesso ci si trova davanti ad un problema di eiaculazione secondaria, ovvero una situazione che è comparsa in un secondo momento. Solitamente ci si imbatte in condizioni nuove che hanno modificato la normale routine del paziente come problemi lavorativi, incomprensioni con il coniuge, stati di ansia. La terapia consiste nel rimuovere le eventuali cause organiche di eiaculazione precoce, pertanto in presenza di un frenulo breve si potrà intervenire con una frenuloplastica ed eventualmente una circoncisione se è associata una fimosi. Nel caso ci sia una infezione delle vie seminali si dovrà procedere con una terapia antibiotica ed antinfiammatoria. Da sempre la terapia per l’eiaculazione precoce si è basata sull’utilizzo degli inibitori del reuptacke della serotonina ovvero farmaci che potenziano la concentrazione di questo neurotrasmettitore al livello del vallo sinaptico dei neuroni. I farmaci più utilizzati sono la paroxetina e la daparoxetina, che hanno come schema terapeutico una assunzione giornaliera secondo uno schema preciso di assunzione e di cessazione dello stesso. Da qualche mese è in commercio la dapoxetina che permette una assunzione al bisogno, ovvero non impone uno schema preciso di posologia del farmaco. Questo se da un lato rende il paziente meno rammaricato all’idea di assumere un vero e proprio antidepressivo, allo stesso tempo impone una sorta di programmazione del rapporto per un tempo di almeno due ore prima, il che non sempre è possibile. Ovviamente questi sistemi terapeutici sono sintomatici ma non causali, in realtà la terapia, come già accennato, dovrebbe richiedere nella maggior parte delle volte una valutazione comportamentale al fine di “ rieducare” il paziente ad una corretta attività sessuale.